tag:blogger.com,1999:blog-6049298870752108042024-03-05T07:38:13.494+01:00Bar del CastagnoIvan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.comBlogger65125tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-78554395543393183072013-05-18T14:19:00.002+02:002013-05-18T14:24:44.231+02:00Then comes lifeIn questi giorni si sente spesso parlare di abolizione delle slot machines per via delle conseguenze che esse comportano e delle vite che rovinano, come se la loro cancellazione facesse scomparire magicamente i motivi per cui le persone si perdono giocando alle macchinette. Senza neanche dilungarmi sulle relazioni che sussistono tra vita e dipendenze in senso lato, vorrei far notare che l'atteggiamento descritto in apertura può essere al tempo stesso disonesto, miope o fascista, o tutti e tre insieme.<br />
Disonesto, perché si cerca consenso mediatico con una soluzione facile che non risolve il problema; miope quando non si riesce a capire che la distruzione di una vita alle macchinette ha come sintomo le macchinette stesse, ma come cause tutt'altre questioni; fascista perché si vuole intervenire sulla faccenda con provvedimenti di natura legale valevoli quindi erga omnes, anche quindi verso chi non ha di questi problemi.<br />
Queste mi sembrano considerazioni abbastanza scontate anche se poco condivise, se le manifestazioni di cui sopra riscuotono anche se un pur minimo successo; considerazioni che mi fanno convincere sempre di più su come ormai le serie tv siano uno tra i mezzi più potenti di descrizione ed introspezione della realtà.<br />
Su una panchina Bubbles, un ex (ancor per poco) tossicodipendente ed il suo sponsor parlano della loro situazione attuale. Bubbles racconta di come ormai sia pulito da circa un po' di tempo, al che il suo sponsor gli risponde (e per me questo basterebbe a chiudere la questione definitamente):<br />
" What the fuck do you wanna hear? That you're strong enough to do this by yourself? Gettin' clean's the easy part. And then comes life".<br />
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Ah, stavo parlando di The Wire<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNSwYz5PldsOyAGneiGZk8-owV8qItYYLcOqy6fPHwopz__0LK016tGekAUGtDhCdWiEL2PFYnDjDlsFntA370Ztj6hjBHITGmOnEqBKj8MZmK6MjbFQtLoo0SR8GvKidtqguzHZ8kDbb2/s1600/bubbles-the-wire.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNSwYz5PldsOyAGneiGZk8-owV8qItYYLcOqy6fPHwopz__0LK016tGekAUGtDhCdWiEL2PFYnDjDlsFntA370Ztj6hjBHITGmOnEqBKj8MZmK6MjbFQtLoo0SR8GvKidtqguzHZ8kDbb2/s320/bubbles-the-wire.jpg" width="320" /></a></div>
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Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-17930778354668990332013-04-20T19:17:00.000+02:002013-04-20T19:17:59.097+02:00Il grande e potente OzSemplicemente la storia di una battaglia (o una guerra) vinta grazie al cinema. Una testimonianza palese del ruolo non neutrale che il cinema svolge nella società e del suo stretto legame con le tematiche di guerra, appunto, ma soprattutto di comando e giustificazione, concetto essenziale ormai divenuto pre-condizione necessaria di ogni azione di una certa importanza e mediaticità. Il fatto che i toni del film siano fiabeschi e quindi irreali non deve farci credere che le dinamiche trattate siano appunto irreali o lontane da noi.<br />
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Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-22129026551183657992012-11-15T12:57:00.001+01:002012-11-15T12:57:36.635+01:00ImperoVoglio condividere questa breve citazione di William Morris che apre "Impero" di Negri e Hardt, citazione che riassume splendidamente parte dello spirito di questo libro, di cui consiglio la lettura (sebbene nemmeno io abbia gli strumenti per elaborare un giudizio critico su tutte la parti del libro):<br />
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"Gli uomini lottano e perdono la loro battaglia; ciò per cui avevano combattuto si realizza comunque, malgrado la loro sconfitta, ma poi si rivela altro da ciò che essi credevano, e allora altri uomini devono continuare a lottare per ciò che i primi chiamavano con un altro nome".Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-50634135574486417572012-08-27T14:33:00.002+02:002012-08-27T14:33:43.416+02:00Toasted<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOIYihruZnFPsLYFAdatWKDyJ1aR3cBbZXjvM8aC2PQ0yJsqrjm55N9OPnxX8u4gAUKfNUhCpB9nek6ZiS8ywqvhIfjbo7OzMCl8ip_K4uqGf_6XAex383Hjh8coSfAifpwOPrtVxeLJI7/s1600/imagesCAFGFPV9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOIYihruZnFPsLYFAdatWKDyJ1aR3cBbZXjvM8aC2PQ0yJsqrjm55N9OPnxX8u4gAUKfNUhCpB9nek6ZiS8ywqvhIfjbo7OzMCl8ip_K4uqGf_6XAex383Hjh8coSfAifpwOPrtVxeLJI7/s1600/imagesCAFGFPV9.jpg" yda="true" /></a></div>
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Per chi conosce e apprezza la serie basterebbe questa semplice parola per spiegare quanto profonda e geniale possa essere quest'opera.<br />
Matthew Weiner che pure è un conoscitore di Freud (tra l'altro è stato anche uno degli sceneggiatori nelle ultime stagioni dei Soprano), spazza subito il campo da possibili interpretazioni da vulgata freudiana del suo lavoro, quando il "pirla della situazione" (Pete in questo caso) se ne viene fuori con la brillante idea che le persone siano portate a fumare per via della freudiana pulsione di morte, con l'unico risultato di venire ridicolizzato dopo 1,4 secondi.<br />
Qui serve una piccola contestualizzazione: è bene sapere che fino agli anni '40 ( o '50) le sigarette non erano ritenute nocive per la salute, ma anzi i dottori americani ne consigliavano il consumo ai loro pazienti, con tanto di spot pubblicitari con il marchio dell'associazione nazionale dei medici americani. Ad un certo punto però, si scopre che fumare non è poi così salutare, anzi, e quindi i fino ad allora professionalissimi dottori non possono più pubblicizzare marchi di sigarette.<br />
L'ufficializzazione del fatto che le sigarette fanno male deve essere stato un duro colpo per le industrie del tabacco, che dovevano quindi correre ai ripari per evitare pesanti perdite (che poi si siano verificate o meno sinceramente non lo so). Che si fa allora? È proprio in questo contesto che si svolge la prima puntata di Mad Men, una compagnia pubblicitaria che deve trovare una compagna per la Lucky Strike in seguito alle vicende sopra descritte. Ed è qui che Pete se ne viene con la propria trovata: le sigarette fanno male?, be' ma esiste pur sempre la pulsione di morte ad invogliarne il consumo.<br />
Dopo questo brillante intervento è la volta di Don Draper, responsabile della campagna che fra un tradimenti, Manhattan e sigarette (appunto) non aveva lavorato granchè: ma proprio in quel momento qualcosa scatta dentro di lui facendogli pronunciare una parola così pregna di significati da valere una stagione: it's <em>toasted.</em><br />
Per il buon caro e vecchio Don bisogna ribaltare il problema: le sigarette fanno male?, le altre di certo, le nostre sono <em>toasted, </em>sono lavorate secondo la vecchia tradizione americana, sono sottoposte ad un processo riconoscibile e riconducibile da parte dell'immaginario collettivo.<br />
La sola parola fa venire alla mente la tostatura, il modo in cui viene effettuata, da chi viene effettuata, a quale mondo queste persone appartengono: non è solo una parola con un significato, è un profumo che richiama un'ímmagine che (come tutte le vere immagini) non esaurisce il suo significato in una descrizione o in una spiegazione.<br />
Raramente in una serie TV (o in un film) con una sola parola si riesce ad ottonere tale profondtià di riflessione, proprio perché le possibilità di queste riflessioni sembrano non avere limite.Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-27799389948140484662012-07-21T23:06:00.001+02:002012-07-21T23:06:47.426+02:00La Fin Absolue du Monde<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="http://www.youtube.com/embed/-elLPMW0chM?fs=1" width="480"></iframe><br />
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Quello che è successo a Denver sarebbe da non commentare troppo, ma non si metta in relazione ciò al film, non siamo in un film di Carpenter....Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-3973476104526497152012-07-11T22:48:00.003+02:002012-07-11T22:50:09.531+02:00ScrivereEra un po' di tempo che non scrivevo qualcosa qui, anche perché quel poco che ho scritto l'ho fatto su carta;<br />
come mai questo salto temporale all'indietro dalla blogosfera alla carta? Il motivo principale sta nell'assoluta riservatezza (e quindi nella maggiore libertà) che un pezzo di carta ti offre da un lato, e dall'altro nella maggior immediatezza insita nello scrivere a mano.<br />
Bisogna riconoscere però che questo secondo aspetto vale oggi nel 2012, ma molto probabilmente non varrà un domani quando scrivere con la tastiera (o con altri dispositivi) acquisterà quel carattere di naturalezza e leggerezza che possiede la penna. Certo, anche oggi (o 10 anni fa) ci sono persone che scrivono naturalmente con la tastiera e forse anche più velocemente che con la penna: la questione secondo me non sta tanto nella comodità, che dipende dall'uso, ma dai vari strumenti richiesti dalla vita per determinati campi (ancora oggi molti ritengono pericoloso far studiare i bambini solo al computer).<br />
La maggiore immediatezza sta anche nel fatto che la penna funge da prolungamento del nostro corpo e con essa possiamo, scrivere, disegnare, scarabocchiare, lasciare libero sfogo ai flussi di pensiero, il tutto quasi sovrappensiero; con il computer la cosa è leggermente diversa: possiamo scrivere con naturalezza ed immediatezza, ma appena decidiamo di cambiare funzione (dallo scrivere al far di conto, ad esempio), abbiamo bisogno di un altro programma o di un altro comando all'interno del programma, svolgiamo quindi un'azione cosciente per la cui realizzazione necessitiamo di un intermediario il quale esaurisce la sua funzione nel passaggio (in questo caso il procedimento di passaggio da un programma all'altro, ad esempio) da un campo di attività ad un altro.<br />
Ci rendiamo conto che la nostra attività è <i>mediata</i> e non è <i>immediata</i> e questo in qualche modo rende diverso l'uso della penna dal pc.<br />
Probabilmente con la diffusione ulteriore (io spero) dell'uso del pc da un lato e dall'altro con la sempre minore mediazione della macchina nell'espletamento di funzioni varie avremo cambiamenti anche in campi che a prima vista potrebbero sembrare neutrali, come il linguaggio o la comunicazione (be' la seconda è già stata modificata da un bel po'): e per linguaggio non intendo semplicemente la grammatica di una lingua o il modo di esprimersi, ma proprio la capacità di esprimere concetti e soprattutto pensarli in un determinato modo, perché una lingua è prima di tutto un modo di pensare, solo dopo di parlare.<br />
Concludendo, ho parlato di sempre minore mediazione della macchina, in effetti non è che sia propriamente così, la macchina forse media sempre più pesantemente, ma allo stesso tempo (io credo) questa mediazione è percepita sempre meno e tende a scomparire (la percezione).<br />
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P.S. forse è per questi motivi che non riuscirò mai a scrivere un grande romanzo borghese (alla Mann), oltre al fatto ovviamente che non sono cresciuto in una famiglia borghese e che la borghesia come classe in ascesa (e declino) sia storia vecchia....Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-35432986837230592712012-03-05T12:24:00.000+01:002012-03-05T12:24:48.259+01:00Joy Division Disorder<iframe width="459" height="344" src="http://www.youtube.com/embed/PldpBJEn4vQ?fs=1" frameborder="0" allowfullscreen=""></iframe>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-3344311718551599272012-01-30T09:55:00.000+01:002012-01-30T09:55:39.056+01:00Game Of Thrones Season 2: "Shadow" Tease<iframe width="480" height="270" src="http://www.youtube.com/embed/rOzXsqoJhtE?fs=1" frameborder="0" allowFullScreen=""></iframe>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-77968295399950760642011-12-31T15:08:00.000+01:002011-12-31T15:08:51.341+01:00Foetus - Time Marches On<iframe width="459" height="344" src="http://www.youtube.com/embed/Qbe33jNTKz4?fs=1" frameborder="0" allowfullscreen=""></iframe><div><br /></div><div><br /></div><div>I guess my time is now....</div>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-57921003492503356302011-12-14T16:18:00.000+01:002011-12-14T16:23:49.541+01:00Ipocrisia<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit; line-height: 19px;">Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato. (L'amore ai tempi del colera, Gabriel Garcìa Màrquez)</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit; line-height: 19px;"><br /></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px;">Nonostante questo romanzo mi abbia fatto cag.... (indovinate il resto),</span><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px;"> è proprio vero che in relazione a determinati situazioni eliminiamo le componenti sgradevoli, spesso legate a nostre mancanze, viltà, cattiverie o bassezze o più in generale a nostri comportamenti che ci fanno sentire persone peggiori, per fingere di credere di essere persone migliori, anzi a volte credendolo davvero, proprio come dei veri maestri del bispensiero.</span></span>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-43100738123228378842011-12-10T16:51:00.001+01:002011-12-10T18:06:14.389+01:00Parenti?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidiolmhjffgTyufV7sn93yfHUNaUSVk58tEPiLQkq0Y3FcPpwGiCdTxaPO7NqV7wsc4GS63SMF63qoLWNXmIgdxxg3LIPys2uFZeUclvVQle0F_Vr2_xipLrlFLok4EKIfieCHsrqcwaPM/s1600/parallelo.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidiolmhjffgTyufV7sn93yfHUNaUSVk58tEPiLQkq0Y3FcPpwGiCdTxaPO7NqV7wsc4GS63SMF63qoLWNXmIgdxxg3LIPys2uFZeUclvVQle0F_Vr2_xipLrlFLok4EKIfieCHsrqcwaPM/s320/parallelo.JPG" width="320" /></a></div>
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Contro ogni becero e blasfemo accostamento tra Cristo e gli Zombie.<br />
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P.S. Ringrazio <a href="http://contenebbia.splinder.com/">Conte Nebbia</a> per avermi indirizzato verso il libro di David J. Skal "The Monster Show"Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-59888724337904152602011-11-03T12:43:00.003+01:002011-11-03T14:40:13.409+01:00Contro l'assenza della siglaUltimamente ho guardato un film di Tarkovskij, uno di Cronenberg e, come al solito, sto seguendo molte serie tv; cosa c'entrano tra loro? Niente, o tutto.<div>Come mi piace pensare, dipende sempre dalla volontà di chi guarda il trovare dei nessi nelle visioni, letture o ascolti che si effettuano. Nessi che se oggettivamente non esistono (chi può dire però cosa sia oggettivo?), una volta nati nella mente di qualcuno e poi condivisi (purtroppo questo spesso dipende dall'autorità di quel qualcuno) possono materializzarsi nella realtà intorno a noi. D'altra parte però, se così fosse, si potrebbe dire che se qualcosa esiste in potenza, be' allora già esiste.</div><div>Passando ai nessi in questione, in questo film di Cronenberg si usa il contenuto di alcuni filmati per (diciamo così) permettere ad un certo segnale di penetrare nella mente delle persone: quello che predispone le persone, però, è solo il contenuto ( video di tortura o snuff nel caso in questione). Come dire, guardare qualcosa può influire sul nostro stato mentale o, comunque, sulla nostra interiorità. Ma facciamo un passo ulteriore: ho citato Tarkovskij perché una sua famosa citazione (di cui sono venuto a conoscenza tramite questo <a href="http://cineroom.splinder.com/">blog</a>) recita così:"Il cinema è l'arte di scolpire il tempo".</div><div>Ora, prescindendo dal discorso sottostante questa citazione, a mio parere la cosa che ci rapporta col tempo, che ci mette in relazione con esso è la nostra coscienza.</div><div>Ma veniamo infine al terzo elemento, le serie tv. Sei il cinema si relaziona con il tempo e quindi con le nostre coscienze, le serie tv fanno lo stesso creando però a mio avviso legami ancora più forti, più profondi, anche se i contenuti delle stesse risultino talvolta più superficiali (a volte solo apparentemente). Forse questo è dovuto semplicemente al maggior tempo necessario per seguire una serie, o magari al diverso ritmo che caratterizza i programmi seriali, fatto sta che ogni nuova puntata è una piccola esperienza che ha la parvenza del <i>rito. </i>Ritualità che è facilitata dall'unico elemento comune a tutte le puntate di una serie, la sigla iniziale; è la sigla che apre ogni puntata, che apre un primo corridoio nella nostra coscienza attraverso il quale fluiscono i racconti e le immagini successivi. Per questo motivo penso sia motivo di debolezza l'assenza di una sigla meritevole, oppure una sigla sciatta o priva di accompagnamento musicale.</div><div>Per fare qualche esempio di sigla che riesce a catapultare la (mia) coscienza nella dimensione del racconto in questione:</div><div><br /></div><div><a href="http://www.youtube.com/watch?v=WK_mwto8e84">sigla 1</a></div><div><br /></div><div><a href="http://www.youtube.com/watch?v=vgvnrpnpe8I">sigla 2</a></div><div><br /></div><div><a href="http://www.youtube.com/watch?v=dIEyTJlBZZ8">sigla 3</a></div><div><br /></div><div>Cioè, minchia...</div>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-85226555233248227092011-08-19T14:23:00.012+02:002011-08-19T18:43:51.754+02:00I Soprano<div><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px;">
<br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px;">Fini in merito ai Soprano "Gli italoamericani sono una forza positiva e nessuna serie può cancellarlo".</span></div><div></div><div><div><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px;"><span class="Apple-style-span">A sentir le parole di questo statista sembrerebbe che "I Sorano" non siano altro che una serie che cerca di tra</span>rre profitto da stereotipi consumati in maniera gretta e volgare; e se lo dice l'oppositore di Berlusconi "non per interesse ma per principio" (e non credete alle malelingue che dicono il contrario), noi non possiamo che essere d'accordo.</span></span></div><div><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px;"><span class="Apple-style-span">Totalmente d'accordo, anche se c'è chi dice che questa serie è qualcosa in più, anzi, qualcosa di completamente diverso. Una serie che solo apparentemente parla di malavitosi italo-americani, ma che in realtà parla dell'intera società americana. Attraverso il racconto di questa cosca mafiosa del New Jersey e catapultandoci nel fantastico mondo di Tony Soprano, si affrontano svariati temi tra i quali il più interessante è senza dubbio quello del "sogno americano", per così dire. Già dalla prima puntata si capisce quale sia uno dei malesseri del protagonista, malessere di un'intera generazione: una generazione più ricca e agiata della precedente ma che al contrario di quest'ultima non ha più prospettive di crescita o miglioramento, non ha pi</span>ù prospettive, se non quella del vuoto, che inizia ad affacciarsi come il più inquietante degli ospiti, per dirla alla Nietzsche sul nichilismo. Il riferimento a Nietzsche non è casuale, in quanto le sue opere sono citate più volte nel susseguirsi degli episodi. Nemmeno la metafora mafiosa è casuale (almeno secondo me), infatti per descrivere questo fenomeno di mancanza di obiettivi, di fine un'epoca si utilizza proprio un genere tra i più epici straordinari del cinema, cinema che a sua volta è stato lo specchio (se non qualcosa in più) di questa società in crescita (non solo economica) che diventava sempre più forte e potente che è addirittura riuscita a sconfiggere il nemico sovietico; per questa generazione i problemi iniziano anche da qui, dalla mancanza di un metro di paragone, di un opposto contro cui rivaleggiare dire</span>ttamente senza il quale subentrano spaesamento e un tipo diverso di paura fino al bisogno di arrivare a crearsi ( a prescindere dal loro essere veri o presunti) nuovi nemici (non credo sia casuale l'ossessione di Tony per i terroristi). </span></div><div><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; ">Come non parlare poi d</span><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; ">ella magnifica descrizione tridimensionale del protagonista, descrizione che ci fa tifare per lui in ogni situazione, nonostante sia un mafioso fino all'osso.</span></span></div><div><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; ">Per concludere potremmo notare che il cerchio si chiude perfettamente: si usa la metafora italo-americana per descrivere questo venir meno di orizzonti, </span>metafora che con la sua epica aveva reso grande il cinema, cinema che <span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; "> non era solo specchio della società ma vero e proprio cavallo di battaglia in quanto creatore si simbolo e di mito per il resto del mondo, fino all'ultima puntata volutamente ambigua che non fornisce risposte sul futuro del protagonista e lascia tutto in sospeso. </span></span></div><div><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px;">
<br /></span></span></div><div><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px;">
<br /></span></span></div><div><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=ZXadyFY11TA">http://www.youtube.com/watch?v=ZXadyFY11TA</a></span></span></div></div>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-88577988284959708962011-06-29T01:13:00.000+02:002011-06-29T01:13:11.227+02:0013 Assassini<iframe width="480" height="295" src="http://www.youtube.com/embed/EgbLUof_WtI?fs=1" frameborder="0" allowfullscreen=""></iframe>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-67492269271431034132011-05-31T22:26:00.002+02:002011-05-31T22:56:45.204+02:00Una risata vi seppellirà<div><br /></div><div>Di solito non sono mai sul pezzo, nel senso che raramente scrivo di attualità, però ultimamente nella città dove vivo è successa una cosa "curiosa". Cosa? Semplicemente ci sono appena state le elezioni comunali dove tutti sanno come sono andate le cose. La cosa curiosa riguarda quello che è successo tra il primo turno ed il ballottaggio, almeno secondo me.<div>La cosa che trovo curiosa è che tra il primo ed il secondo turno il candidato del centro-sinistra non ha perso voti; e perché avrebbe dovuto? Be' perché una tattica molto collaudata quando non si ha niente da dire è quella di creare (e badate ho detto creare, non individuare) un nemico e di attaccarlo con tutte le tue forze: nel caso specifico (politica italiana), quando esiste un avversario con cui confrontarsi e non si hanno argomenti, allora si fa vestire loro i panni di nemici immaginari e li si attacca con tutte le forze non in quanto avversari, ma per via di questo "travestimento" forzato (comunisti, 20 anni dopo... nel nostro caso).</div><div>Ecco a Milano è successa più o meno la stessa cosa, hanno cercato di costruire una figura fittizia candidato Pisapia per attaccarlo e fare leva sugli umori più bassi degli elettori.</div><div>Risultato? Questa volta mi sento di dire che la tattica ha miseramente fallito; ha fallito soprattutto perché qualcuno è stato molto intelligente facendo dell'ironia sulla cosa, scherzando, prendendo poco sul serio tutta la macchina del fango.</div><div>Questa forse è la prima volta che della "satira" aiuta un candidato di centro-sinistra in maniera effettiva. Non perché prima non ce ne sia stata, anche palesemente orientata, ma perché in passato spesso questa si concentrava sull'avversario e non sul "proprio" candidato (proprio è un termine scorretto, lo uso solo per far passare il concetto...la satira non appartiene ai candidati e viceversa), soprattutto non si concentrava sulle critiche e accuse rivolte ad essi.</div><div>Una cosa che forse è stata capita solo da una parte dello schieramento politico. Vi ricordate ad esempio il "cavaliere mascarato"? o tutta quella pseudo-satira che veniva fatta sulle reti mediaset "contro" il presidente Berlusconi in modo che lui potesse vantarsi di essere liberale e benevolo ma soprattutto in modo che si potessero liquidare con una risata bonaria tutti i suoi peccatucci (non i peccati, per quelli rischiavi di non lavorare più). Io ricordo solo che ero alle medie, guardavo la tv e Lui mi stava simpatico....</div><div>Ora è ovvio che la vittoria non sia dovuta solo a questo, anzi. Credo che il merito sia soprattutto personale. Quello su cui volevo porre l'accento è come questo meccanismo di ironia abbia influito, modificato e forse addirittura invertito un dinamica che comunque non avrebbe permesso alla Moratti di vincere, dinamica che però in passato ha funzionato fin troppo bene e, che purtroppo continuerà a funzionare.</div></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN9aYAzmPjHvmqvttFxJxCnS7_oMsFzQPS68eWHZDaJTF-2RHJGgz6I2f-ZhWSaZGN40YNJR1fJi2c3FEPhD0qbAekmAtjo6X_ovb1Bfi2pFNP-1LOPjcP5RAfwlJZ0GIm7Q4U0Q1xMGY5/s1600/Cavalierei+Mascarato.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 90px; height: 82px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN9aYAzmPjHvmqvttFxJxCnS7_oMsFzQPS68eWHZDaJTF-2RHJGgz6I2f-ZhWSaZGN40YNJR1fJi2c3FEPhD0qbAekmAtjo6X_ovb1Bfi2pFNP-1LOPjcP5RAfwlJZ0GIm7Q4U0Q1xMGY5/s320/Cavalierei+Mascarato.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5612986882399992146" /></a>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-31655931013075437952011-05-23T12:18:00.003+02:002011-05-23T13:48:55.658+02:00Kartner strasse<div>L'idea per questo post mi è venuta in seguito ad alcune considerazioni fatte con una "compagna" mentre passeggiavamo per Kartner strasse. Kartner è il corso che collega Karlsplatz, sede dell'opera, a Stephansplatz dove si trova la cattedrale di Santo Stefano. Ovviamente parliamo di Vienna.</div><div><div>Potremmo quasi paragonarlo al nostro Vittorio Emanuele (il corso); in verità il parallelo non è casuale, in quanto le nostre considerazioni vertevano proprio su quanto quel corso ci ricordasse il più famoso (per noi) corso milanese. Questo non perché avessero qualcosa in comune da un punto di vista architettonico (magari si, ma non ce ne siamo accorti), ma perché i nostri occhi coglievano elementi comuni che se decontestualizzati era impossibile collocare nell'uno o nell'altro corso.</div><div>Sto parlando semplicemente di negozi ( o catene di negozi). Si dirà va be', è normale trovare gli stessi negozi in città diverse, è ovvio che grandi catene scelgano mete turistiche per locare propripunti vendita. Certo, però per me la questione è un po' più complicata di così, se non nelle intenzioni, sicuramente negli effetti.</div><div>Il fatto di avere gli stessi punti di riferimento in luoghi molto distanti fra di loro non può essere considerato prescindendo dalla magnitudine del fenomeno; soprattutto se questi punti di riferimento non sono casuali ma sono pensati per avere una presa diretta sulle coscienze (i marchi sono fatti per attirare o, comunque, non sono certo neutrali). Ora una massiccia esposizione ad elementi volti ad occupare zone all'interno della nostra persona (occupare non è scelto a caso) situati in luoghi magnifici come questi ci porta oltre che ad associare momenti vissuti, ricordi ecc.... con quei negozi (non riesco a pensare alle cose vissute lì senza avere sullo sfondo alcuni nomi di negozi), anche a creare uno spazio immaginario in cui questi simboli si emancipano dalla loro sede fisica e sono elemento centrale di questo spazio ( non credo sia casuale che il premio oscar come miglior corto d'animazione nel 2010 sia stato dato a "<a href="http://www.youtube.com/watch?v=0uRJlbZO8OI">Logorama</a>").</div><div>Un'operazione biologica, nella sua accezione più ampia; biologica perché non è semplicemente commerciale, ma riguarda l'esistenza della vita umana nella sua totalità e, non solo nel suo aspetto economico (come se si potesse parlare di lato economico a se stante in generale).</div><div>Per far maggior chiarezza ( o confusione) mi vengono in mente due riferimenti: il primo è un intervento di Brian Holmes nel libro "L'arte della sovversione" (manifestolibri) in cui afferma " la Nike opera la trasformazione dello spazio urbano a sua immagine e la creazione di parametri esistenziali all'interno dei quali questo spazio deve essere esperito".</div><div>Il secondo riferimento riguarda uno splendido film di Wim Wenders, "nel corso del tempo", di certo il mio film preferito del regista tedesco. Durante il suo vagare, il protagonista non fa che notare scritte della coca-cola e riferimenti alla cultura americana, fino a quando in un dialogo esclama "l'America ci ha colonizzato l'inconscio". In questo caso non l'America, ma negozi di abbigliamento.</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrjAK0n_dUQZC2fvAqjOOowc6Bc4yYyGmw2WxFVYalUMaE8iV2QvHqYcRAnmUGsAJFNgGUpgXuCJsxE7cTxviajdjWrNT435gMljFmKh4gB_69Xvby19qVNfKcJV47q0IpBDWx2YlEBCSR/s1600/8191-KartnerStrasse.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrjAK0n_dUQZC2fvAqjOOowc6Bc4yYyGmw2WxFVYalUMaE8iV2QvHqYcRAnmUGsAJFNgGUpgXuCJsxE7cTxviajdjWrNT435gMljFmKh4gB_69Xvby19qVNfKcJV47q0IpBDWx2YlEBCSR/s320/8191-KartnerStrasse.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5609877018007059874" /></a><br /><div><br /></div>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-61159021491646359052011-02-19T15:27:00.003+01:002011-02-19T15:55:49.687+01:00Passeggiare a MilanoUn paradosso. <div>Un sabato stavamo passeggiando in via Torino, giusto per stare un po' all'aria aperta, prendere un gelato e banalità del genere. Purtroppo ci siamo subito resi conto del fatto che la questione era più pericolosa di quanto non sembrasse: persone che ti tagliavano la strada, che per sorpassarti ti davano spallate e, ovviamente ti guardavano male; il fatto è che gli altri camminavamo ad una velocità doppia rispetto alla nostra. Ora, se fosse stato un mercoledì mattina e se la gente fosse dovuta andare al lavoro, ok capisco la fretta, ma dove doveva andare tutta questa gente di sabato alle cinque del pomeriggio?</div><div>Il problema, credo, non è il perché si esce, ma il modo in cui ci si rapporta alle cose. </div><div>"Devo fare in fretta perché poi <i>dopo</i> non posso fare questo", "Devo correre che <i>dopo </i>arriva tizio", o più in generale "Tra un mese finalmente...", o il classico "Non vedo l'ora che... vorrei che fossi già lì"... (questo pensiero io lo faccio sempre con la pensione...). Per cercare di sintetizzare, potremmo dire che lo sbaglio stia nel continuo proiettarsi in avanti attuato da noi stessi, individuando sempre nell'orizzonte qualche evento importante che dia un taglio diverso la nostro futuro, anche in materia futile. Questo proiettarsi in avanti verso eventi futuri (a prescindere dall'importanza degli stessi) ci fa mettere da parte la nostra vita oggi, ce la fa dimenticare e in poche parole non ce la fa vivere. Io, però, ribalterei il problema. Non siamo noi che ci proiettiamo in avanti verso eventi importanti e di seguito non riusciamo a vivere "l'adesso", ma bensì siamo noi che non riuscendo a fare i conti (sul serio) con la nostra vita ora, facciamo finta di niente e guardiamo avanti. Infatti il proiettarsi non dipende dall'evento, è un atteggiamento che viene prima di una qualche specificazione, è solo una sorta di spinta in avanti. Infatti chi vive aspettando, una volta giunto l'evento non potrà fare a meno di guardare alla prossima "scadenza", perdendosi ogni volta quello che intanto succede (o potrebbe succedere).</div><div>Forse basterebbe solo un po' più di onestà con noi stessi e la capacità di accettare quello che ci succede ma soprattutto di capire che il 99% dei nostri problemi non sono altro che fisime.</div>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-82131266694759118562011-02-10T18:48:00.002+01:002011-02-10T18:49:06.567+01:00HannoVorrei dormire e non saperne più niente... Non so volere.Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-44275191383616721532011-02-08T00:34:00.002+01:002011-02-08T01:13:29.425+01:00Morte di Thomas Buddenbrook<div>Se avrete la pazienza di leggere queste poche righe tratte dal romanzo di Thomas Mann, condividerete con me l'idea che siamo di fronte ad uno dei pezzi più alti di tutta la letteratura mondiale ( dichiarazione impegnativa, lo ammetto)</div><div><br /></div>Gennaio 1875, intorno al letto di morte di Thomas Buddenbrook<div><br /></div><div>"Comparve infine Chrisitian. Mentre era al circolo aveva ricevuto la notizia della caduta del senatore ed era venuto via subito. Ma per paura di qualche spettacolo raccapricciante aveva fatto una lunghissima passeggiata fuori porta, sicché nessuno lo aveva potuto trovare. Si decise infine a rientrare, e nel vestibolo seppe che suo fratello era già spirato.</div><div>- Ma non è possibile! - egli disse, e salì zoppicando le scale, con occhi spiritati.</div><div>Fra la sorella e la cognata s'avvicinò al letto di morte. E lì stette, col suo cranio calvo, con le guance scavate, coi suoi baffi penduli, col suo nasone gibboso, ritto sulle gambe sottili e storte, un po' insaccato, un po' simile a un punto interrogativo; e i suoi occhietti infossati fissavano il volto del fratello che appariva così muto, freddo, alieno e inoppugnabile, così inaccessibile ad ogni giudizio umano... Gli angoli della sua bocca erano rivolti all'ingiù, con un'espressione quasi sdegnosa. - Tu non piangerai alla mia morte,- gli aveva rinfacciato Christian; e ora invece era morto lui, morto semplicemente, senza dure una parola, si era ritirato nel silenzio, signorile e intangibile, e come tante volte nella vita abbandonava spietatamente l'altro a una cocente umiliazione! Aveva agito bene o male opponendo sempre un freddo disprezzo alle sofferenze di Christian, al <i>tormento</i><tormento>, all'uomo sul divano, alla bottiglia di spirito e alla finestra aperta? Questo quesito cadeva, non aveva più senso, poiché la morte con parzialità capricciosa e imprevedibile aveva distinto e giustificato lui, lo aveva accettato e accolto e reso oggetto di venerazione procurandogli a forza il reverente interesse di tutti, mentre disdegnava Christian e avrebbe continuato a beffarlo con cento angherie e canzonature che non incutevano rispetto a nessuno. Mai Thomas Buddenbrook aveva ispirato tanta ammirazione al fratello come in quell'ora. Il successo è ciò che conta. Il rispetto degli altri per le nostre sofferenze ce lo procura soltanto la morte, che nobilita anche le sofferenze più meschine. -Hai avuto ragione tu, io m'inchino -, pensò Christian, e con un movimento rapido e goffo piegò il ginocchio e baciò la mano fredda sulla trapunta. Poi si alzò e cominciò a girare per la stanza con occhi irrequieti."</tormento></div>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-13585570031680440542011-02-01T18:04:00.001+01:002011-02-08T01:43:41.779+01:00compendio filosofico<iframe width="425" height="344" src="http://www.youtube.com/embed/eaJXefpiYx8?fs=1" frameborder="0" allowfullscreen=""></iframe>Marx reclama il fuorigiocoIvan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-69667142289062115662011-01-28T01:08:00.002+01:002011-01-28T02:03:47.996+01:00Stylish<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKhK-7wHCncNzsw9RCMMrzSP5cqq0oGhDrsWVuHeqZcYkj_GacarxEm5vIo7xHjJxD8bjWi5cE3XCyCgPQpp9piU0eJvOXQGj_t47AoWKoI7_Gwdp5hCmqo15G41UjOwte779lLMCgJYsK/s1600/stylish.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 185px; height: 185px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKhK-7wHCncNzsw9RCMMrzSP5cqq0oGhDrsWVuHeqZcYkj_GacarxEm5vIo7xHjJxD8bjWi5cE3XCyCgPQpp9piU0eJvOXQGj_t47AoWKoI7_Gwdp5hCmqo15G41UjOwte779lLMCgJYsK/s320/stylish.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5567022208742524898" /></a><br /><div><br /></div><div><br /></div>Innanzitutto ringrazio <a href="http://pianopianosequenza.blogspot.com/">moderatemente ottimista</a> per questo premio stranamente meritato, dato che io e lo style in generale non andiamo molto d'accordo.<div><br /></div><div>In genere se ricevo un premio non gli do molto peso (sembra una cosa usuale, ma se non erro è la seconda volta), è sempre un qualcosa che rafforza il tuo ego e, di cose che rafforzano l'ego ne vorrei davvero fare a meno; però in questo caso la cosa mi ha divertito alquanto, per via del suddetto rapporto con lo style, quindi adempierò ai miei obblighi.</div><div>Ora dovrei premiare altri dieci blogger e dire 7 cose di me.</div><div>Iniziamo con le 7 cose di me:</div><div><br /></div><div>1) ci sono tre episodi nella mia vita che mi hanno rovinato per sempre: topolino, la nascita della tragedia, la scoperta della blogosfera</div><div><br /></div><div>2)non ho mai fumato in vita mia (nulla), ma in compenso bevo quasi tutti i tipi di alcolici; sono un grande fan del Laphroaig, intenso whisky scozzese</div><div><br /></div><div>3)per confermare il punto due, sono un discreto giocatore di "padrone e sotto"</div><div><br /></div><div>4)non ho mai avuto problemi con la legge, tranne quando i carabinieri mi sequestrarono il motorino, stavo andando a scuola e, i carabinieri mi accompagnarono fino all'entrata: dopo il danno, la beffa</div><div><br /></div><div>5)anche se è un po' fuori contesto, ho odiato profondamente jules e jim</div><div><br /></div><div>6)nonostante ne assuma gli atteggiamenti e le pose, non sono e non sarò mai un cinefilo, ma solo un (infinitamente) appassionato di cinema; essere è impegnativo, essere qualcosa con dei comportamenti da rispettare ancor di più</div><div><br /></div><div>7)per spiegare in parte il punto 6, la mia pigrizia è talmente smisurata che una commissione di cardinali ha ritenuto questa mia "virtù" meritevole di essere definita biblica; e poi l'ozio è padre di tutti i vizi, ma il vizio è padre dell'arte, o no?</div><div><br /></div><div>Ora passiamo ai blog, sono un po' meno di dieci, ma va bene lo stesso:</div><div><br /></div><div><a href="http://pianopianosequenza.blogspot.com/">moderatamente ottimista</a>, da poco e spero non per poco</div><div><br /></div><div><a href="http://contenebbia.splinder.com/">il teatro dei vampiri</a>, per celebrare il ritorno del conte: Lugosi is Undead</div><div><br /></div><div><a href="http://cinemante.blogspot.com/">cinemasema</a>, ogni premio è d'uopo per questo blog</div><div><br /></div><div><a href="http://tramonti-a-nord-est.blogspot.com/">tramonti a nord est</a>, lo stile nel carattere o, il carattere nello stile</div><div><br /></div><div><a href="http://lelucidellasera.blogspot.com/">le luci della sera</a>, con quello sfondo magnifico e le immagini di Twin Peaks, non poteva non rapirmi</div><div><br /></div><div><a href="http://eyeswideciak.blogspot.com/">eyes wide ciak</a>, quando guardi una videorecensione con una ragazza che indossa un cappellino che lampeggia, la prima cosa che pensi è "che stile"!</div>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-15655509371229466272011-01-22T14:46:00.005+01:002011-01-22T17:31:30.690+01:00Dexter"Ora scrivo un bel post su Dexter" e, mi sono ritrovato a pensare che nelle intenzioni questo blog doveva parlare d'altro, ma se ripenso a cose scritte ieri quasi mi vergogno (quasi eh!); forse è così un po' per tutti, ma credo proprio che prenderei a schiaffi il me stesso del passato, per la sua illusione, per la sua superficialità, per la sua ingenuità, per il suo essere immaturo ma soprattutto per l'opacità con cui vedeva le cose. Poi però penso che quel me stesso è padre del me stesso di adesso, cioè di quello di un secondo fa, anzi di quello che ha iniziato a scrivere questo post (lo so è poco divertente)e mi riappacifico con me stesso; o meglio io sono diretta conseguenza di quell'altro io; ma questo è ovvio. Inoltre non sono poi tanto sicuro di essere migliore del me stesso passato, o che la lucidità si sia sviluppata in modo lineare nel corso del tempo, magari ci sono stati periodi in cui le cose mi erano più chiare di adesso. Allora perché non me ne rendo conto? Forse perché la percezione è ora, ed ora soltanto; un po' come l'egocentrismo: in qualche crediamo di venire prima degli altri, ma questo è ovvio perché il mondo lo vediamo prima di tutto con le nostre lenti, la nostra percezione è mediata e influenzata da noi stessi e, questo, senza rendercene conto(non sempre, per fortuna). Ecco questo fenomeno credo si possa applicare anche al ricordo dei noi stessi del passato: come già detto la percezione è influenzata dai pensieri di oggi, dagli stati d'animo attuali, ma cosa più importante, per il sol fatto di percepire ora e di non riuscire a percepire il prima, permette che la mancanza di percezione del prima ci renda quasi ostili i noi stessi passati e ci mette in una situazione di privilegiata. Potrei coniare un nuovo termine, un neologismo per questo fenomeno, quello del favorire il noi stesso presente rispetto a quello passato per via del ruolo della percezione. Potrei chiamarlo egocronocentrismo, però accetto suggerimenti.<div><br /></div><div>Dopo questo breve divertissement parliamo d'altro. Parliamo di Dexter. L'ho letteralmente divorato: in un periodo in cui dovevo preparare gli esami, uscire qualche volta per vedere persone che non vedevo da tanto e festeggiare natale, capodanno ecc... mi sono sparato tutte e cinque le stagioni in poco meno di due settimane. Ciò credo sia già indice di quanto mi sia piaciuto.</div><div>Mettiamo in chiaro una cosa, la mia stagione preferita è la seconda( sono in minoranza, lo so), ma sono stato rapito da tutta la serie; forse la terza è quella più debole per via di quel goffo di Miguel Prado.</div><div>Cerchiamo ora, per quanto possibile, di fare un discorso organico. </div><div>Prima di tutto di cosa parla Dexter? di un serial killer che di giorno lavora per la scientifica di Miami (e mi raccomando, non il contrario, cioè un tecnico della scientifica che di notte fa il serial killer), come ematologo. Ovviamente quella dell'ematologo non è una semplice copertura, ma in qualche modo è espressione dell'essere del protagonista, che possiamo dire nato letteralmente nel sangue. Proprio questo suo nascere nel sangue è la causa di questa pulsione irrefrenabile verso le uccisioni e, verso il sangue stesso; infatti lui uccide non perché vuole, ma perché deve. Però c'è una particolarità, lui uccide solo i serial killer, o persone che comunque meritano di morire, almeno secondo il codice di Harry. Chi è Harry? Harry è il suo padre adottivo, che accortosi della natura del figlio, cerca di incanalarla per servire una causa giusta, cioè quella di ammazzare altri uccisori (fondamento che mi convince poco).</div><div>Una delle prime cose che ho pensato guardando questa serie è che con un po' più di coraggio questo prodotto avrebbe fatto molto discutere. Mi spiego: come già detto si è scelto di parlare di un serial killer; il personaggio principale non è un eroe, anzi; è un cattivo, ma a sua discolpa si può dire che quella è la sua natura e che in ogni caso lui uccide solo i cattivoni. Ed è ovvio che con questo espediente gli spettatori possano prendere in simpatia il protagonista e tifare per lui (chi di noi non ha sperato, anche solo per un istante, di dare qualche bella lezione a qualche delinquente?), e farlo in maniera legittima. E se invece il protagonista fosse stato malvagio fin dentro le ossa? Sicuramente sarebbe stata un'altra serie. Anche perché sarebbe mancata quella sospensione del giudizio che fluttua costantemente.</div><div>Quello che mi ha affascinato maggiormente è tutta la descrizione delle dinamiche interiori del protagonista (il suo rapporto con il passeggero oscuro); come riesce a gestire il suo lato oscuro, ma soprattutto districarsi tra il suo lato e la vita di tutti i giorni. Dexter è una persona fondamentalmente onesta, fa i conti con se stesso in ogni momento, raramente si prende in giro e, si interroga continuamente su come coniugare il suo lato "malvagio" con la sua vita da cittadino, marito e padre. Non cerca facili soluzioni ed è in tensione continua con se stesso. Io credo che il colpo di genio stia in questo. Come uno dei miei narratori preferiti, Fedor Dostoevskij, che portava al parossismo il carattere dei personaggi per svelarne le peculiarità, così in quest'opera si porta al caso estremo un fenomeno (quello della convivenza comune con la parte oscura di noi stessi) per mostrarne le dinamiche principali e presentarlo nella sua interezza e complessità. </div><div>Tutti noi abbiamo qualcosa da nascondere e tutti noi ci rapportiamo agli altri nascondendo una parte di noi stessi. Non parlo semplicemente di manie, perversioni o cose del genere, ma semplicemente di lati del nostro carattere che non vogliamo mostrare agli altri, almeno non a tutti. Una chiusura del cerchio quasi poetica, a mio modo di vedere, è quella che riguarda i vetrini. Dexter non può parlare a nessuno della sua intima naura e, per questo, si sente solo. Intima natura nata nel sangue che lo porta ad uccidere persone. Egli segue sempre una sorta di rituale prima di compiere l'atto senza ritorno ed in questo atto lui è completamente onesto con le vittime, si apre con loro, confessa tutto a loro (la scena con lo psicologo è bellissima), crea un contatto, prima ovviamente di ucciderle e dopo averlo fatto, conserva un po' di sangue delle vittime in un vetrino da laboratorio. In questo modo, una parte di persone che sono state in contatto vero con lui, che gli sono state vicine, rimarranno con lui per sempre. Per molto questo è il suo unico modo di avere rapporti veri con le persone; tutto ciò nasce nel sangue e finisce nel sangue (anche se in un vetrino). Un'altro aspetto affascinante è quello delle conseguenze della continua ricerca di Dexter di creare rapporti con persone vive e, che rimarranno vive (si spera).</div><div>Nell'evoluzione delle reazioni dei personaggi che conoscono la vera natura di Dexter si apprende un messaggio direi quasi di speranza: non tutti reagiamo in egual maniera davanti alle stesse cose, non possiamo prevedere il comportamento umano, per quanto estrema sia la situazione; la nostra vita non è scritta, niente è scritto nella pietra. </div><div>Questi sono solo aspetti ed ogni stagione, ogni puntata ha questioni e tematiche di rilievo. Una delle serie più ricche di contenuti ed esilaranti (si perché c'è un sottofondo di autoironia fantastico) tra quelle in cui ho avuto il piacere di perdermi.</div><div><br /></div><div>Potremmo dire Dexter tra Dostoevskij e Kurosawa; ma forse sono solo io che ho letto troppo del primo e visto troppo del secondo ed ora li cerco un po' dappertutto</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-36474552264155977872010-12-13T20:04:00.002+01:002010-12-13T20:11:48.783+01:00CinequizUn classico<br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdygTCiKi6slsA5owWhalb8z2cNehfwC6wr1PoxCTjWG6QXXn-Ndi7tT9acPh_BODxfIO9X81pjIeD25vkfAgOesBn91-3esTcT3ddN0YOQf2sWXFb6ZJoM0s4dRkmCLpa1q_FjawfmCyZ/s1600/PDVD_002.BMP"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdygTCiKi6slsA5owWhalb8z2cNehfwC6wr1PoxCTjWG6QXXn-Ndi7tT9acPh_BODxfIO9X81pjIeD25vkfAgOesBn91-3esTcT3ddN0YOQf2sWXFb6ZJoM0s4dRkmCLpa1q_FjawfmCyZ/s320/PDVD_002.BMP" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5550246607788505250" /></a>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-5215537060200684892010-12-13T01:58:00.001+01:002010-12-13T01:58:52.576+01:00Virginia<span class="Apple-style-span" style="font-family: sans-serif; font-size: 12px; line-height: 19px; -webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; "> Sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che chiunque avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questo come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se chiunque avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n'è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi. V</span>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-604929887075210804.post-33064869031882414422010-11-26T01:43:00.004+01:002010-11-26T01:46:58.963+01:00Non ti preoccupare<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 16px; "><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Ci <span class="Apple-style-span">sono solo due cose di cui ti devi preoccupare:o stai bene o stai male.Se stai bene non ti devi preoccupare.Ma se stai male,ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare:o guarisci o muori.Se guarisci non ti devi preoccupare.Ma se muori,ci sono solo due cose di cui ti devi preoccupare:o vai in paradiso o vai all'inferno.Se vai in paradiso non ti devi preoccupare.Ma se vai all'inferno,ti ritrovi tanto preso a salutare gli amici che non hai neanche il tempo di preoccuparti.Non ti preoccupare</span></span></span></span></span></span><div><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 16px; "><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><br /></span></span></span></span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 16px; "><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Proverbio irlandese </span></span></span></span></span></span></div>Ivan Fedorovichttp://www.blogger.com/profile/02538695725706754737noreply@blogger.com0