Teoria dello sviluppo economico è un libro di Joseph Alois Schumpeter, economista austriaco, banchiere ed anche ministro (se pur per poco). Il libro cerca di spiegare il fenomeno dello sviluppo economico (appunto) riconducelo a cause esogene (in parte) all'ambiente economico. Il punto di partenza è il flusso circolare marginalista, dove vale Say (e questo è un punto importante), non esiste profitto ecc, flusso interrotto solo da eventi esogeni. Oltre a tutti gli eventi immaginabili (guerre, glaciazioni ...) l'attenzione è focalizzata sulla figura dell'imprenditore, capace di bloccare il flusso e reincanalarlo. Si dirà: ma il lavoro dell'imprendtore non è certo esogeno..Ovvio... Da precisare però alcune cose. Primo: è impossibile creare qualcosa. Secondo: variano solo le possibili combinazioni dei fattori originari della produzione, terra e lavoro. Imprenditore è solo chi è in grado di introdurre una nuova combinazione prima sconosciuta, modificando i dati esistenti; in poche parole imprenditore è solo colui che innova, non chi possiede il capitale (egli è il capitalista, da non confondere quindi). Solo attraverso l'innovazione è possibile la creazione di profiitto, il quale verrà assorbito solo quando il carattere dell'innovazione cesserà di esser tale. Sorge un problema (ed è questa a mio parere la parte più interessante). Può succedere che l'imprenditore sia anche capitalista, ma se ciò non è, da dove prende il necessario l'imprenditore? Qui entra in gioco la figura dei banchieri che mettono a disposizione il capitale necessario e, dalla contrattazione tra imprenditore marginale e banchiere marginale sorgerebbe inoltre il fenomeno dell'interesse, fenomeno che poi si estende a tutto il sistema tramite meccanismi che ora non voglio approfondire. Al contrario della teoria marginalista, quindi, che vorrebbe l'interesse come fenomeno reale (cioè sorgente dal mercato degli investimenti reali), Schumpeter connota l'interesse come fenomeno monetario. La cosa più interessante, però, è che nel flusso circolare vale Say, quindi non esistono riserve di redditi non spese pronte per essere prestate dai banchieri; quindi diventa cruciale il ruolo della moneta di nuova e apposita creazione. In altre parole, condizione necessaria dello sviluppo economico (almeno in questo contesto) è la possibilità di creazione di nuova moneta da parte delle banche. (Schumpeter parla di freno necessario). Spero si possa cogliere l'importanza di queste considerazioni, anzi, dei concetti cui rimandano (o cercano di rimandare) queste considerazioni.
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