giovedì 3 novembre 2011

Contro l'assenza della sigla

Ultimamente ho guardato un film di Tarkovskij, uno di Cronenberg e, come al solito, sto seguendo molte serie tv; cosa c'entrano tra loro? Niente, o tutto.
Come mi piace pensare, dipende sempre dalla volontà di chi guarda il trovare dei nessi nelle visioni, letture o ascolti che si effettuano. Nessi che se oggettivamente non esistono (chi può dire però cosa sia oggettivo?), una volta nati nella mente di qualcuno e poi condivisi (purtroppo questo spesso dipende dall'autorità di quel qualcuno) possono materializzarsi nella realtà intorno a noi. D'altra parte però, se così fosse, si potrebbe dire che se qualcosa esiste in potenza, be' allora già esiste.
Passando ai nessi in questione, in questo film di Cronenberg si usa il contenuto di alcuni filmati per (diciamo così) permettere ad un certo segnale di penetrare nella mente delle persone: quello che predispone le persone, però, è solo il contenuto ( video di tortura o snuff nel caso in questione). Come dire, guardare qualcosa può influire sul nostro stato mentale o, comunque, sulla nostra interiorità. Ma facciamo un passo ulteriore: ho citato Tarkovskij perché una sua famosa citazione (di cui sono venuto a conoscenza tramite questo blog) recita così:"Il cinema è l'arte di scolpire il tempo".
Ora, prescindendo dal discorso sottostante questa citazione, a mio parere la cosa che ci rapporta col tempo, che ci mette in relazione con esso è la nostra coscienza.
Ma veniamo infine al terzo elemento, le serie tv. Sei il cinema si relaziona con il tempo e quindi con le nostre coscienze, le serie tv fanno lo stesso creando però a mio avviso legami ancora più forti, più profondi, anche se i contenuti delle stesse risultino talvolta più superficiali (a volte solo apparentemente). Forse questo è dovuto semplicemente al maggior tempo necessario per seguire una serie, o magari al diverso ritmo che caratterizza i programmi seriali, fatto sta che ogni nuova puntata è una piccola esperienza che ha la parvenza del rito. Ritualità che è facilitata dall'unico elemento comune a tutte le puntate di una serie, la sigla iniziale; è la sigla che apre ogni puntata, che apre un primo corridoio nella nostra coscienza attraverso il quale fluiscono i racconti e le immagini successivi. Per questo motivo penso sia motivo di debolezza l'assenza di una sigla meritevole, oppure una sigla sciatta o priva di accompagnamento musicale.
Per fare qualche esempio di sigla che riesce a catapultare la (mia) coscienza nella dimensione del racconto in questione:




Cioè, minchia...