domenica 17 gennaio 2010

Quarta di copertina

L'idea per il post mi è venuta leggendo che ci sono persone (precisiamo non sono miei amici, diciamo amici di amici) che si fanno un'idea, un'opinione su un libro semplicemente leggendo la quarta di copertina. Ovvio che per avere un'idea vagamente precisa è necessario leggerlo un libro, peccato che di solito i libri si scelgano prima di averli letti (altrimenti al liceo non avrei mai comprato un libro di Vespa, mea culpa). Quello che mi è venuto in mente è quanto possano essere fuorvianti questi strumenti del diavolo (di marketing, quindi la stessa cosa) per via di ragioni quali l'idiozia, la superficialità od altro. Da precisare che non tutte le q. di c. sono fatte male (ricordo che quella dell'idiota riportava un pensiero di Nietzsche, quindi era una grande q. di c.), però ce ne sono alcune incredibili. Vorrei fare due esempi. Primo esempio: sulla q. di c. di pastorale americana c'è una citazione (The New Yorker) che recita "Pastorale americana è un romanzo di quattrocento pagine che finisce con un punto interrogativo. Questo è ciò che lo rende grande". Cosa? Sarebbe il punto interrogativo finale a rendere il libro di Roth un capolavoro? A parte che di punti interrogativi ce ne sarebbero diversi e su più livelli, ma come disse il già citato (su questo blog) ratzi "soprassediamo". Su questo colpo di genio non voglio nemmeno soffermarmi. Secondo esempio: questo è un caso un po' più interessante perché la q. di c. in esame (quella de "Il signore delle mosche") dice (si parlano anche le q. di c.) cose apparentemente condivisibili e sensate circa lo svolgersi del racconto; apparentemente. Cito testualmente "Sembra il prologo ideale per un romanzo d'avventura che celebri il pragmatismo e il senso della democrazia britannici". Ora le cose sono due: se per prologo si intende tutto ciò che è raccontato prima dell'elezione di ralph, ok posso esser d'accordo; peccato che in quel frangente non succeda niente, se non la presa di coscienza della situazione da parte di piggy e ralph con un piccolo antipasto di cattiverie gratuite (e già qui...). Se invece per prologo vogliamo includere anche l'elezione di ralph, allora vorrei sapere dove sta il senso della democrazia in un elezione per acclamazione e non con argomenti razionali, ma carismatici e quasi totemistici (lui aveva la conchiglia). Quando il capo sarà Jack è ovvio che la situazione andrà a farsi benedire, ma già nelle prime pagine si getta una luce, seppur fioca, su quei semi di oscurità e indicibile che saranno i protagonisti del racconto. Troppo semplice secondo me commentare che quando si ammazza si è irrazionali e quando si accendono fuochi si è pragmatici. Sottile e velato il mondo pulsionale era lì che si annidava in quelle pratiche solo apparentemente democratiche. Se un gruppo elegge un capo tramite votazione, non è detto che quella sia democrazia, bisogna conoscere gli argomenti e lo stato d'animo individuale nei momenti di aggregazione (dove sono canetti e kierkegaard??). Forse sarebbe meglio non leggerle le quarte di copertina. Ora penso"è vero che il nostro presidente (meno male che c'è) è stato eletto dalla maggior parte degli italiani e senza brogli, ma è stato eletto democraticamente??????..

Dalla faccia lui non sembrerebbe d'accordo


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